Nel complesso contesto delle cure in ambito neonatale, il cateterismo vascolare gioca un ruolo chiave nel garantire infusioni di farmaci, monitoraggio emodinamico e l’efficacia delle cure.
Il setting assistenziale, caratterizzato da una tipologia di paziente estremamente complesso e fragile, impone al clinico una scrupolosa attenzione ai dettagli.
A tal proposito, ogni giorno, nella pratica clinica, si è posti di fronte a scelte di vario tipo; una di queste è la corretta individuazione del catetere vascolare.
Il neonato pretermine o affetto da gravi patologie alla nascita, necessita molto spesso di un dispositivo vascolare per la somministrazione di terapie salvavita; i devices più utilizzati sono i cateteri ombelicali, i cateteri epicutaneo cavali, i CICC e i FICC.
Differente è il contesto del paziente pediatrico, dove con vene di calibro superiore a disposizione, è possibile utilizzare anche i cateteri PICC (≥3Fr).
Cateterismo neonatale: il giusto device per ogni paziente
Tipologie di materiali utilizzati
I materiali maggiormente utilizzati per la produzione dei cateteri vascolari sono il poliuretano (PUR) ed il silicone.
Il silicone è un polimero inorganico, sintetico, costituito da catene formate dalla successione di monomeri; è un materiale biostabile, istocompatibile ed emo-compatibile ma meccanicamente debole.
Invece, il poliuretano, è un polimero organico, sintetico, generato tramite il processo di estrusione. I poliuretani si dividono in due classi, gli aromatici e gli alfalitici (di ultima generazione con maggior stabilità e morbidezza).
Ma quali sono i vantaggi e gli svantaggi di questi materiali, che ci porteranno a preferire gli uni agli altri?
Il silicone, grazie alla sua natura, ha diversi vantaggi:
- estremamente morbido
- biocompatibile
- garantisce poca interferenza con i farmaci
- grazie alla sua scarsa rugosità limita l’adesione e la conseguente colonizzazione batterica intra ed extraluminare
Nonostante le caratteristiche positive, i cateteri in silicone hanno evidenziato diversi limiti e problematiche1:
- avendo una compattezza strutturale molto bassa, costringe i fabbricanti a produrre cateteri con ampio spessore della parete del lume; questo comporta un diametro interno ridotto, a parità di diametro esterno, con cateteri prodotti con altri materiali
- la morbidezza del silicone favorisce il kinking del catetere, influendo negativamente sul corretto funzionamento dello stesso
- alta sensibilità verso i solventi
- bassa resistenza alle pressioni (circa 40-60 psi)
- la denaturazione del materiale nel tempo potrebbe far verificare delle rotture durante la rimozione del catetere
Le problematiche evidenziate hanno indotto gli utilizzatori a preferire di gran lunga i cateteri in poliuretano, attualmente alla terza generazione. Grazie alla rigidità modulata nel tempo, i cateteri in poliuretano hanno la capacità di ammorbidirsi durante la permanenza nel vaso ematico in risposta alla temperatura corporea, caratteristica, questa, che aumenta notevolmente la biocompatibilità del device.
I cateteri in PUR, a differenza del silicone garantiscono2:
- una maggiore resistenza alla tensione, riducendo così le probabilità di rottura del catetere
- resistono, nella maggior parte dei casi, a sollecitazioni pressorie endoluminali (300psi)
- permettono di infondere a flussi più elevati, a parità di ingombro vascolare
- un minor spessore parietale a parità di calibro3
- minor trauma da decubito endoteliale (fluttuazione nel lume vascolare)
- più rigidità durante l’inserzione
- possibilità di utilizzare la colla in cianoacrilato per il fissaggio del catetere, come da ultime linee guida.
Alla base di queste evidenze scientifiche, le ultime raccomandazioni sulla scelta del catetere vascolare GAVeCeLT affermano che bisognerebbe preferire il poliuretano di ultima generazione al silicone, poiché garantisce un’ottimale performance clinica in termini di affidabilità e versatilità.
Differenti tipologie di materiali per differenti tipologie di devices
Cateteri ombelicali
Uno dei dispositivi utilizzati nei primi giorni di vita del prematuro è il catetere ombelicale, accesso centrale a breve termine con un ruolo fondamentale nell’assicurare le prime cure al paziente.
La scelta del materiale più idoneo è indispensabile per garantire l’efficacia delle cure nei primi giorni di degenza, a tal proposito, la letteratura internazionale afferma che l’utilizzo dei cateteri ombelicali in poliuretano, rispetto a quelli in polietilene e polivinile, riduce la colonizzazione batterica4.
La ricerca scientifica e l’evoluzione delle tecniche di produzione dei dispositivi medicali ha permesso la commercializzazione di cateteri ombelicali in poliuretano estrusi con ioni argento (AgION), i quali hanno funzione batteriostatica attraverso tre meccanismi:
- Danneggiando la parete cellulare del batterio
- Danneggiando i mitocondri batterici
- Inibendo la riproduzione batterica
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leggi l’articolo “Cateteri ombelicali: lotta contro le infezioni catetere correlate”
Cateteri epicutaneo cavali
I cateteri epicutaneo cavali ECC, in passato chiamati PICC neonatali, sono cateteri venosi di piccole dimensioni (da 1 a 2.7 Fr) posizionati tramite le vene superficiali del neonato.
Diversi studi hanno analizzato la tematica dell’utilizzo del materiale più appropriato in questi cateteri, e i risultati suggeriscono l’utilizzo del poliuretano a discapito del silicone.
I cateteri in poliuretano risultano più resistenti e danno la possibilità di infondere flussi maggiori a parità di diametro; a tal proposito gli studi descrivono una percentuale più alta di rotture e stravasi con i cateteri in silicone5.
Conclusioni
L’importanza della scelta del materiale nei cateteri vascolari neonatali è indiscutibile.
La selezione accurata dei materiali può contribuire in modo significativo a migliorare la sicurezza e l’efficacia di tali dispositivi, riducendo al contempo il rischio di complicanze per i pazienti prematuri e critici.
L’innovazione continua e la ricerca scientifica, concorrerà a sviluppare materiali sempre più innovativi, migliorando così gli outcomes clinici e il benessere dei neonati.
BIBLIOGRAFIA:
- Gomes de Souza, N. M., Silveira Rocha, R., Pinheiro Ferreira, R., Bastos da Silveira Reis, C., Souza Bandeira, R. S., & Façanha Melo, A. P. (2021). Comparing the use of silicone and polyurethane Peripherally Inserted Central Catheters in newborns: A retrospective study. Journal of clinical nursing, 30(23-24), 3439–3447.
- Seckold, T., Walker, S., & Dwyer, T. (2015). A comparison of silicone and polyurethane PICC lines and postinsertion complication rates: a systematic review. The journal of vascular access, 16(3), 167–177
- Cateteri in Silicone versus cateteri in Poliuretano – Relazione 4° Congresso Nazionale Gaveped – Zanaboni
- D’Andrea, V., Prontera, G., Rubortone, S. A., Pezza, L., Pinna, G., Barone, G., Pittiruti, M., & Vento, G. (2022). Umbilical Venous Catheter Update: A Narrative Review Including Ultrasound and Training. Frontiers in pediatrics, 9, 774705.
- Smirk, C., Soosay Raj, T., Smith, A. L., & Morris, S. (2009). Neonatal percutaneous central venous lines: fit to burst. Archives of disease in childhood. Fetal and neonatal edition, 94(4), F298–F300.