Terapia endovenosa e scelta del catetere appropriato

Alessandro Parente

21 Feb, 2023

La terapia infusionale ci consente di somministrare farmaci o liquidi direttamente nel circolo ematico, attraverso un dispositivo vascolare posizionato in una vena periferica o centrale.

Questo ci consente di ottenere:

  • un rapido assorbimento del farmaco;
  • Il mantenimento di un dosaggio costante nel tempo;
  • somministrazione di farmaci in bolo per un effetto immediato.

Le sostanze infuse hanno delle caratteristiche fisico-chimiche (osmolarità, PH) che possono renderle potenzialmente dannose per l’endotelio dei vasi.

Osmolarità

Esprime la concentrazione di una soluzione e ne determina la sua pressione osmotica, sapendo che la pressione osmotica fisiologica del corpo umano è pari a 280 mOsm/kg, valori che si discostano, per eccesso o per difetto, risultano potenzialmente dannose per i vasi sanguigni.

PH

Concentrazione di ioni idrogeno che determina il grado di acidità o di basicità di una soluzione.

Le soluzioni ed i farmaci in commercio possono avere range di PH più ampi.

Classificazione del rischio

In base ai valori di osmolarità e PH distinguiamo 3 classi di rischio:

  • Basso rischio: osmolarità < 450 mOsm/l, ph 5-7 e farmaco non vescicante;
  • Rischio moderato: osmolarità 450-600 mOsm/l, o ph 4-5 o 7.5-9 e farmaco non vescicante;
  • Rischio alto: osmolarità > 600 mOsm/l, ph < 4 o > 9, o farmaco vescicante.

Classificazione dei farmaci

Non vescicanti

  • Non provocano irritazione

Irritanti

  • Provocano reazione infiammatoria ma non danno permanente

Vescicanti

  • Possono provocare danno cellulare e distruzione tessutale fino ad esposizione delle strutture più profonde.

lIsta farmaci vescicanti non citotossici

Lista di farmaci (antibiotici) dal rischio moderato

Lista di farmaci dal rischio elevato

Emodiluizione

Il principio cardine sul quale basare la scelta del catetere vascolare appropriato ad una determinata terapia farmacologica è l’emodiluizione, ossia la diluizione che il farmaco riceve appena raggiunge il torrente circolatorio.

La tolleranza umana del PH e dell’osmolarità non è stata ben studiata, ma è dato certo che maggiore sarà il flusso venoso, maggiore sarà la diluizione che il farmaco riceverà al suo ingresso nel vaso, maggiore sarà la tolleranza dell’endotelio del vaso a:

  • Valori di PH estremi
  • Osmolarità elevate
  • Sostanze lesive di altra natura

Come si può notare dall’immagine sovrastante il flusso venoso maggiore viene raggiunto all’interno della vena cava superiore, che risulterà quindi il sito più sicuro nel quale infondere farmaci e soluzioni. Procedendo in senso centrifugo il flusso diminuisce e quindi aumenterà il rischio di incorrere in danni endoteliali (flebite, tromboflebite) dovuti alle soluzioni infuse.

Altri criteri da considerare per la scelta del catetere venoso da utilizzare sono:

  • Diluente (determina l’osmolarità finale della soluzione)
  • PH
  • Metodo di somministrazione (continua, intermittente, bolo)
  • Velocità di infusione
  • Numero di infusione
  • Necessità di eseguire prelievi multipli

In base a questi criteri uniti alla durata ipotetica della terapia possiamo indirizzare la scelta come segue:

SHORT PIVC (SPIVC)

  • PH fisiologico, soluzioni isotoniche
  • No infusioni continue di farmaci irritanti o vescicanti
  • Terapia salvavita (es vasopressori), passare prima possibile ad infusione   centrale
  • Basse concentrazioni di destrosio (<10%) e proteine (<5%)
  • Non utilizzare vene profonde

MIDLINE

  • Farmaci e soluzioni tollerati dai vasi periferici (ph 5-9, osm <650)
  • NO infusioni continue di farmaci vescicanti, NP o PH ed osmolarità estremi
  • Aumentare la sorveglianza in caso di infusione di vescicanti o irritanti
  • Valutare rischi e benefici in caso di infusione di vescicanti per più di 6 giorni

CVAD (CICC, FICC, PICC)

  • Utilizzare sempre quando il beneficio supera il rischio
  • Infusioni continue di farmaci irritanti, vescicanti, NP
  • Prelievi multipli
  • Monitoraggio emodinamico
  • Ripetuti posizionamenti di SPIVC o patrimonio venoso compromesso

PRODOTTI CORRELATI

Bibliografia

  • Standardization and Chemical Characterization of Intravenous Therapy in Adult Patients: A Step Further in Medication Safety, Drugs in R&D https://doi.org/10.1007/s40268-020-00329-w
  • Comparison of Venous Thrombosis Complications in Midlines Versus Peripherally Inserted Central Catheters: Are Midlines the Safer Option?  Amit Bahl, MD, MPH, RDMS, FACEP1 , Patrick Karabon, MS2, and David Chu, BS
  • European recommendations on the proper indication and use of peripheral venous access devices (the ERPIUP consensus): A WoCoVA project
  • Perioperative application of midline catheter and PICC in patients with gastrointestinal tumors, JBUON 2019; 24(6): 2549-2555
  • Investigation of the role of infusate properties related to midline catheter failure in an ovine model, AM J HEALTH-SYST PHARM
  • Variation in use and outcomes related to midline catheters: results from a multicentre pilot study, BMJ Qual Saf 2019;28:714–720. doi:10.1136/bmjqs-2018-008554

Alessandro Parente

Sono Alessandro Parente, infermiere con master di I livello in Wound Care e specializzato in impianto e gestione di accessi vascolari ecoguidati. Svolgo la mia attività presso una rete di ambulatori della Usl Umbria1 unita a quella di docente nei corsi di formazione aziendali e regionali. Sono a disposizione per aiutarti ad approfondire questo ed altri argomenti nel campo degli accessi vascolari. 
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